PALAZZO DATINI/1
405 Kb abitazione del mercante Giuseppe Catani
Abitazione pratese del celebre mercante, costituisce uno dei primi e tipici esempi di dimora borghese prerinascimentale.
Esso in realtà era solo una parte dell'abitazione del Datini, che si estendeva anche nell'isolato di fronte all'attuale ingresso (dove trovava posto una casa con giardino e fondaco) e in parte di un isolato adiacente, dove - negli ultimi anni di vita del mercante - era situata la stalla, e che tuttora conserva su di un portale lo stemma dei Ceppi.



30 Kb immagine raffigurante uno stemma sulla roccia
Il primo nucleo del palazzo, situato in porta Fuia, all'angolo tra l'attuale via Rinaldesca e via del Porcellatico, era probabilmente costituito proprio da quel "chasolare, i' sullo chanto dello Porcellaticho", che il tutore di Francesco, Piero di Giunta del Rosso, acquistò per lui nel 1354, e che immediatamente sottopose a lavori di ristrutturazione.
Il costo di quell'immobile, e dei relativi lavori, ammontò allora ad appena 63 lire, 6 soldi. Un edificio assai modesto, quindi, anche se collocato in un'area di pregio, situata al confine con i palazzi dei Rinaldeschi e quelli degli Alberti.


160 Kb il progetto di ripristino del Palazzo Datini
L'attuale struttura è il risultato di una serie di successive acquisizioni di edifici contigui, inizialmente destinati ad abitazioni e botteghe di artigiani, che andarono ad ampliare il primo nucleo abitativo, nel quale il Datini si era insediato al suo ritorno da Avignone.


27 Kb il progetto di ripristino del Palazzo Datini
I primi consistenti lavori, come ci testimonia lo stesso Datini, risalgono al 1383, ed interessarono l'ala prospiciente alla via Rinaldesca; ma quelli più significativi furono compiuti fra il 1387 e il 1390, quando l'edificio, inizialmente ad un solo piano, fu rialzato, e fu costruito il cortile con loggia e pozzo.


60 Kb La casa con giardino e tabernacolo sull'angolo
Nell'immobile che fronteggiava l'ingresso, oltre ad una casa e loggiato dipinto, e ad un fondaco, fu allora realizzato un giardino con tabernacolo sull'angolo, "pieno di melaranzi e rose e viole e altri begli fiori", di cui lo stesso Datini diceva: "Costa p(i)ùe di fiorini 600: ch'è istata una grande folìa: sarebe meglio ad avergli messi in uno podere".




44 Kb La casa con giardino e tabernacolo sull'angolo
È in occasione di questa ristrutturazione, certamente la più consistente, che fu realizzata anche gran parte della decorazione pittorica ad affresco, affidata a Niccolò di Piero Gerini: a lui dobbiamo il San Cristoforo, tuttora ben conservato, concluso solo nel 1394.



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