NOTE

210. Copia della lettera di Melis a Chiaudano, Prato 21-XI-1955

211. Copia della lettera di Melis a Rodolico, Prato 17-III-1956.

212. Un'altra Firenze, cit., p. 670 n. 19.

213. E' il giudizio anche di G. BARBIERI, Ricordo di Federigo Melis, in "Economia e Storia", XXI (1974) p. 8.

214. Il "nuovo" modo di agire dell'operatore economico rinascimentale non era in opposizione, ma si muoveva dentro il sistema dei valori morali e religiosi tradizionali, in conformità con il sentire dei più. A tale riguardo assai indicativo è il giudizio che un collaboratore di Francesco Datirli formula in merito all'idea di quest'ultimo di dare avvio a Firenze ad un organismo bancario: "Io sono pure tenuto di dirvi quello ch'i' odo dire. A me è stato detto da più persone: "sicché Franciescho di Marcho vuole perdere il nome del mag(i)ore merchatante di Firenze, per essere chambiatore: che no' n'è niuno che no' faccia chontratti usurai". Or io v'ò ischusato che voi volete essere più merchatante che mai e che, se facieste bancho, no' llo fareste per fare usura. Ed e' mi rispondono: "e' no' si dirà chosì per llo mondo: anzi si dira egl'è chaorsino!". Ed io rispondo loro: "e' no' llo farebe per essere chaorsino: che cio' ch'egl'à lascierà a' poveri"", MELIS, Aspetti della vita economica medievale, cit., p. 213.

215. Copia della lettera di Melis a Jean Favier, Firenze 29-I- 1973.

216. Copia della lettera di Melis ad Aleksander Gieysztor, Firenze 28-VIII-1973.


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