NOTE

191. Copia della lettera a Bruguier-Pacini, Roma 14-IX-1952.

192. Copia della lettera a Fanfani, Prato, l0-X-1955.

193. Il prof. Marchi ne parlò in consiglio comunale il 20 luglio 1962; Melis, cui intanto era stata conferita la cittadinanza onoraria, presentà il progetto al consiglio comunale il 14-XII di quell'anno. Successivamente fu costituita una commissione di studio, composta dal sindaco rag. Roberto Giovannini, tre consiglieri comunali (tra i quali il Marchi), il dott. Giorgio Mori, allora assessore alla cultura della provincia di Firenze, la direttrice della sottosezione di Archivio di stato, dott. A. Vannucchi, e da Melis.

194. V. il Giornale del Mattino del 3-VIII-1963, e la copia della lettera di Melis al sindaco di Prato del 9-IV-1963.

195. La composizione dell'organico prevedeva: 4 professori incaricati, 4 assistenti, 2 tecnici, 1 direttore amministrativo, 1 segretario, 1 bidello.

196. Copia della lettera di Melis a R. S. Lopez, 10-XII-1967: "Nella mia precedente lettera mi ero riferito al centro di Spoleto, appunto perché avremmo l'intenzione di "ricopiarlo" in tutto e per tutto, e specialmente negli elementi di generale approvazione, fino dagli organismi che stanno alle spalle, quelli finanziari, e per il resto. Ci siamo messi in contatto con il direttore spoletino, cioè Antonelli: il quale è favorevolissimo alla cosa e ci ha dato subito il suo appoggio dal suo Ministero (dovendo noi fare capo ad un Archivio statizzato). Pertanto, vi saranno le "settimane" annuali con serie organiche di "lezioni" seguite da discussioni (...). Alla base degli organismi finanziario-amministrativi, sta l'Azienda Autonoma di Turismo, che ha un forte bilancio e ha già realizzato eccellenti manifestazioni culturali e artistiche (tra le quali il centenario di Filippo Lippi) ed ha alla testa uomini seri e volonterosi: sono loro che da tempo mi proposero di organizzare un grande Congresso di storia economica e, poi, una "Scuola Intemazionale di Storia economica", la cui idea era stata suggerita da un gruppo di studiosi che avevano visitato la Mostra internazionale dell'Archivio Datini. Nel 1963, si dette principio a questo organismo; ma pretendendo lo Stato un finanziamento di oltre 60 milioni annui, e non potendo l'Archivio Datini accogliere una istituzione tanto vasta, vi si rinunciò. Poi è venuta la nuova idea, ed eccoci a buon punto per realizzarla".

197. Copia della lettera al Ministero della P.I del 24-XI-1967. Il Centro si era costituito a Prato il l6-X-1967, e i rappresentanti degli Enti promotori avevano eletto suo presidente Giuseppe Bigagli e segretario generale Mario Bellandi.

198. Copia della lettera al Ministero della P.I. dell'11-I-1968.

199. Copia della lettera di Melis a Braudel, del 6-XII-l067: "le dico il mio sentitissimo gradimento per il prestigio e l'efficienza che Ella ha deciso di apportare al Centro Internazionale di Storia economica (e ascolto subito il suo consiglio di togliere la limitazione "medievale", per quanto si corre il rischio di essere criticati per aver lasciato fuori gli specialisti dell'età moderna), entrando a far parte del comitato scientifico;.

200. Nella circolare del 30-IX-1968 con cui il presidente del comitato scientifico F. Braudel comunicava l'istituzione del centro si faceva riferimento, come ambito cronologico, in particolare al periodo basso-medievale; in un'altra circolare del preside della facoltà di Economia e Commercio di Firenze, prof. Parenti, con cui si comunicava la trasformazione del centro in istituto, veniva sottolineato che il suo "scopo era di far incontrare studiosi dei problemi di storia economica e sociale dei secoli XIII-XVII (ma tale intervallo sarà dilatato nei due sensi)".

201. Alle preoccupazioni del Lopez, così rispondeva (copia della lettera del 10-XII-1967): "Non credo che le "aspre lotte di fazione del mondo universitario" possano intromettersi e riprodursi in seno al comitato scientifico del Centro, perché le persone per ora interpellate sono aliene da lotte; vuol dire che bisognerà stare attenti a non chiamare in seguito dei... lottatori. Io penso che il comitato sarà sempre in grado di tenere aperto il Centro a tutte le tendenze, prescindendo da amicizie e inimicizie personali".

202. Turbato dai rilievi scientifici di A. Tenenti, cosi scriveva: "Rileggendo la tua lettera, della quale ancora tanto ti ringrazio, sono nuovarnente colpito dalla frase "che d'ora innanzi l'organizzazione del Centro si ispiri a maggior rigore scientifico, alle scelte più selettive ed a quelle finanziariarnente più economiche mi pare cosa che s'imponga a tutti". Come sai - e come ho detto al Maestro [Braudel] - sia nella riunione della Giunta, sia nella lettera - io sono una persona che ha bisogno di critiche, naturalmente nel senso vero della parola (...). E perché queste critiche siano veramente costruttive ho bisogno di tanto in tanto di chiedere dei chiarimenti. In quello che abbiamo fatto finora non riesco a credere dove abbiamo peccato di rigore scientifico (...). Forse chi ha peccato sono stato io che, data la modestia della mia persona in confronto con gli altri tre [Devoto, Verlinden, Gieysztor] ho tenuto una modesta lezione. Ma era appunto una lezione relativamente a quel programma del corso che da tutti è stato approvato (...). Ma appunto io ho bisogno di aiuto e di suggerimenti: e pertanto ammiro sommamente ed apprezzo infinitamente la vostra franchezza nel farmi tutti questi rilievi, che però dal generale vorrei che scendessero al particolare, in modo che io possa correggere soprattutto quanto dipende dalla mia esiguità e dalla mia impreparazione a manifestazioni di questo genere" (copia della lettera a Tenenti del 19-IX-1968).

203. Lettera di Lopez a Melis, Yale 4-XII-1967: "Come puoi immaginare, la tua lettera del 25, arrivata ieri, mi coglie di sorpresa. In linea di massima la costituzione di un centro di studi per la storia economica medievale mi sembra un'ottima iniziativa, anche perché il Medioevo viene spesso maltrattato nelle riunioni generali, dove gli economisti rifugiatisi nella storia economica in mancanza di meglio tendono a far predominare il loro indirizzo e la loro preoccupazione. E Spoleto - soprattutto la Spoleto dei primi anni, quando c'era Bognetti - è un buon modello (..)".

204. Per la settimana pratese del 1969 propose "Economia e cultura", come prosecuzione di un ciclo di conferenze da tenersi nell'ottobre '68, in cui si sarebbero dovuti trattare i temi "economia e religione", "economia e politica", "economia e società" (come si legge in una lettera di Tenenti a Melis, del 10-I-1968). Per la 5ª settimana del 1973 propose "Tramonto del Medioevo, alba del Rinascimento: crisi di adattamento o depressione?", aggiungendo delle considerazioni che val la pena di riportare. "Le theme, malgré le titre qui voudrait rapeller Huizinga et Burckhardt (ce qui ne devrait pas deplaire à un homme comme vous, si attentif aux aspects culturels de l'histoire économique et sociale), peut inspirer toutes sortes de discussions theoriques, économiques, quantitatives: comment mesurer une crise? où trouver les quantités? fautil appuyer sur le "gross product" ou sur le "per capita product"? sur la distribution de la richesse ou sur les accumulations de capital dans un petit nombre de mains? agriculture ou commerce? etc etc. D'autre part, il permet aux historiens les plus "événementiels" et factual de verser au dossier toute une serie de tableautins remplis d'informations, vraies ou fausses, contestables et incontestables; on peut aussi opposer villes et campagnes, pays sous-developpés et pays sur-developpés, innovations techniques et vieillissements, initiatives et inerties, etc. etc. En même temps, ceux qui aiment à encadrer l'histoire économique (ou l'économie historique) dans l'histoire totale peuvent rechercher les causes ou consequences politiques, intellectuelles, psychologiques, même religieuses si l'on veut etc. etc. On paurrait objecter que le thème n'est pas nouveau, qu'on s'est beaucoup battu sur ce terrain sans se mettre d'accord, que l'accord est impossible parce que tout dépend de ce qui nous semble plus important pour diagnostiquer une crise d'adolescence ou une dépression réelle. Mais c'est pourquoi le thème n'est pas epuisé; je dirais même qu'il est inepuisable. Trop grand, peutêtre; si le sujet semblait acceptable à vousmême et à nos collegues, peutêtre faudraitil le limiter".

205. Lettera di A. Tenenti a Melis, Parigi, 15-I-1968: "Mi permetto di tornare un momento sulIe proposte di Lopez. Sono dawero generiche e tanto più rischiose in quanto il Centro verrebbe a presentarsi al pubblico internazionale degli storici proprio con titoli inutilmente grossi e scientificamente piuttosto vacui. La reazione del tutto negativa di Braudel è stata netta e spontanea, oltre che indipendente dalla mia. Cerchiamo di non dare l'impressione di trastullarci con vecchie etichette o il pretendere di risolvere di colpo ardui problemi di metodo: né l'una né l'altra cosa mi paiono augurabili".

206. Lettera di Tenenti a Melis, Parigi, 10-II-1968: "Se potesse venire in Italia, Gieysztor sarebbe certamente in grado di fare una bella cosa su per es. "vita economica e civiltà" o qualcosa di simile, non per entrare nello stile di Lopez, ma perché sai quanto si è lavorato in Polonia; e con la sua diretta partecipazione, dopo la guerra, e con quanta novità di metodi e di risultati".

207. Lettera di R. de Roover a Melis, New York, 14-V-l968: "je me permet néanmoins de te mettre en garde contre la vogue moderne de projeter dans l'air des théories des diagrammes en extrapolant des données statistiques et en construisant des modèles qui ne se base sur aucun travail sérieux et ne s'appuie que sur la sable mouvant des suppositions. Tes propres travaux sont parfois un peu méticuleux, mais ils ont le grand mérite de s'étayer sur les solides recherches dans les archives. C'est à cette bonne methode qu'il faut rigoureusement se tenir, et j'espère que tu seras complètement d'accord avec moi sur ce point de vu".

208. Copia della lettera di Melis a Ch. Verlinden Firenze 4-VI- 1971.

209. Lettera di Braudel a Melis, Parigi 6-VII-1967.


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