Federigo Melis Federigo Melis


Biografia sintetica

Nato a Firenze il 14 agosto 1914, è morto nella stessa città il 26 dicembre 1973. Ha compiuto gli studi universitari a Roma, laureandosi in Economia e Commercio, nel 1939, con il massimo dei voti, la lode e la nomina immediata ad assistente alla Cattedra di ragioneria nella stessa Università, con la specializzazione in Storia della Ragioneria. Dopo la parentesi bellica, riprese gli studi dedicandosi completamente all'attività accademica. Fino al 1948-49 rimase presso la Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Roma, dove, nel 1948, aveva conseguito la Libera Docenza. Nella stessa Università, oltre ai suoi corsi di Storia della Ragioneria, svolse - in sostituzione del titolare della cattedra - quelli di ragioneria generale ed applicata per reduci. Dall'anno 1949-50 assunse l'incarico di Storia economica presso la Facoltà di Economia e Commercio dell'Università di Pisa e, dal 1952, anche quello di Storia delle Dottrine economiche. Dal 1953 al 1957, contemporaneamente all'attività pisana, tenne l'incarico di Storia economica e di geografia economica presso la facoltà di Economia e Commercio, di nuova istituzione, nella Università di Cagliari. Nel 1957, vinto il concorso a Professore ordinario, fu confermato nella cattedra dell'Ateneo pisano, dove dal 1959 fu chiamato a far parte del Consiglio di Amministrazione e dal 1962 ricoprì la carica di Preside della sua Facoltà. Nel 1963 venne chiamato a coprire la cattedra di Storia Economica nell'Università di Firenze (dove rimase fino alla morte) conservando l'incarico dello stesso insegnamento nell'Università di Pisa fino al 1970.

Dagli studi svolti, da giovane professore, nel preparare i corsi romani ebbe origine il suo primo lavoro, una Storia della Ragioneria che, come è stato detto da più parti, è un libro di storia della cultura italiana nei secoli XIII-XV. L'opera preannunciava un nuovo indirizzo e nuovi metodi della ricerca nella storia economica che, in modo assolutamente originale e solido, egli avrebbe introdotto nel contesto della storiografia mondiale. L'innovazione non consisteva soltanto nell'introdurre l'analisi statistico-quantitativa (che pure tra gli storici di quei tempi incontrava non poche resistenze), ma soprattutto nel fatto che, proprio muovendo dalla esperienza degli studi di ragioneria, egli ebbe la possibilità di comprendere, meglio e prima di altri, la portata di una fonte tipica e nuovissima per gli studi di storia economica, costituita dalle documentazioni dirette di promanazione mercantile.

Melis era convinto che, per poter meglio affinare la conoscenza e la interdipendenza dei fenomeni storici, la storia economica, che fino ad allora si era avvalsa di fonti notarili, letterarie, legislative, poteva e doveva adottare nuove ed autonome metodologie di ricerca, applicate principalmente alla documentazione e alla contabilità aziendale. Il lavoro lungo e incessante che ha contraddistinto la sua vita è stato anzitutto caratterizzato dal vaglio sistematico di una enorme quantità di fonti archivistiche, toscane, italiane ed europee, il cui studio è confluito in opere tuttora fondamentali per la storia economica come Documenti per la storia economica dei secoli XIII-XVI (una vera e propria sistematica delle fonti per la storia economica), e Origini e sviluppo delle assicurazioni in Italia .

Fu proprio l'appassionata ricerca di quelle fonti che lo aveva portato alla scoperta dell'eccezionale corpo documentario datiniano, nel cui studio si immerse e alla cui valorizzazione dedicò tanta parte delle sue energie, trasfondendole negli Aspetti della vita economica medievale (studi nell'Archivio Datini di Prato) (1962).

La mostra internazionale dell'Archivio Datini, che allestì nel 1955, ebbe uno straordinario successo (con la presenza, alla sua inaugurazione, di due presidenti della Repubblica: quello uscente Luigi Einaudi e quello entrante Giovanni Gronchi), ma fu anche il momento forse più alto degli scontri e delle polemiche scientifiche dovute alla reazione di chi ancora non condivideva del tutto l'impostazione metodologica da lui adottata e i nuovi metodi interpretativi che stava introducendo nella storia economica italiana.

Fu proprio in occasione della mostra che cominciò a maturare in lui l'ipotesi di realizzare a Prato un centro di ricerca sulla storia economica dell'età preindustriale, che valorizzasse l'archivio del mercante pratese e fungesse da occasione di incontro e confronto fra i grandi specialisti della storia economica internazionale. Un'idea che si sarebbe concretizzata nel 1968, con la nascita dell'FONDAZIONE ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STORIA ECONOMICA "F. DATINI", per il quale Melis aveva raccolto l'adesione di Fernand Braudel e di un importante gruppo di studiosi, che ne andarono a costituire il primo Comitato scientifico.

Non è un caso che tra gli obiettivi dell'Istituto Datini vi fosse anche quello della formazione e del sostegno ai giovani studiosi. Fin dai periodi più difficili, quando iniziava con fatica ad affermare i suoi nuovi metodi di ricerca, ed ancor più quando aveva ormai acquisito fama internazionale, egli dedicò forte energia ad una attività didattica anche esterna agli ambienti universitari, mostrando che dietro il suo mestiere di storico vi era un civilissimo concetto della funzione educativa dello scienziato.

La Mostra sull'Archivio Datini e quella internazionale di Storia della Banca, secoli XIII-XVI, realizzata con grandi consensi in occasione del V centenario della fondazione del Monte dei Paschi di Siena, sono solo due esempi, certamente i più eclatanti. Ad essi si aggiungono miriadi di iniziative nelle quali mise a disposizione le proprie conoscenze, sempre adeguando i modi alle necessità degli uditori cui si rivolgeva.

Una semplice scorsa alla sua bibliografia, che va ben oltre il centinaio di titoli, dà solo un'idea limitata della quantità di temi, generali e specifici, che ebbe modo di studiare.

La sua statura di storico di valore internazionale e gli apporti innovativi ed eccezionali che aveva arrecato alla storia economica medievale furono sanciti da ben sei lauree honoris causa conferitigli da importanti università: Lovanio (Filosofia e Lettere, 1967); Rennes (Lettere e Scienze Umane, 1970); Valladolid (Filosofia e Lettere, 1970); Reims (Lettere e Scienze Umane, 1972); Varsavia (Lettere e Storia, 1973); Parigi Sorbonne (Lettere e Scienze Umane, 1973). La città di Prato gli assegnò la cittadinanza onoraria il 12 ottobre 1962.

Dottorati honoris causa conferitigli:

© Fondazione Istituto Internazionale di Storia Economica "F. Datini"