IL DATINI

NOTIZIARIO DELLA
FONDAZIONE ISTITUTO INTERNAZIONALE DI STORIA ECONOMICA
"F. DATINI"

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ANNO XXII - N. 43 - NOVEMBRE 2009

Ricordo di Jean-François Bergier
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Il 29 ottobre è venuto a mancare, prematuramente, il Professor Jean - François Bergier.
Jean-François Bergier era nato a Losanna il 5 dicembre 1931. Aveva studiato a Losanna, Monaco di Baviera, Oxford e Parigi. Si era laureato in Lettere all'Università di Losanna nel 1954 e diplomato come archivista paleografo all'Ecole nationale des Chartes nel 1957, con una tesi dal titolo Recherches sur les foires et le commerce international à Genève, principalement de 1480 à 1540. Nel 1963 pubblicherà la sua magistrale thèse, su Genève et l'économie européenne de la Renaissance. Divenuto, nello stesso anno, Professore di Storia economica e di economia sociale all'Università di Ginevra, mantenne tale insegnamento fino al 1969, quando fu chiamato a coprire la cattedra di Storia delle civiltà al Politecnico federale di Zurigo, dove rimase sino alla fine della sua carriera accademica nel 1999. Dal 1976 al 1978 fu anche professore associato di storia economica del Medioevo all'Università di Parigi Sorbonne. Ha ricoperto incarichi importanti e prestigiosi. Redattore per molti anni della Revue suisse d' Histoire (1964-1979), Segretario Generale (1965-1974), vice Presidente (1974-1982) e Presidente della Associazione internazionale di storia economica (1982-1986); Presidente della Società svizzera di Storia economica (1974-1982); Presidente del Comitato scientifico dell'Istituto di Storia economica "F. Datini" di Prato (1993-1999); Presidente dell'Associazione internazionale per la storia delle Alpi dal 1995; Presidente della Commissione di esperti incaricati di ricostruire il ruolo della Svizzera e delle banche svizzere durante la seconda guerra mondiale (1996-2001). Dal 1997 era divenuto membro, della Académie des sciences morales et politiques di Parigi e della Académie royale del Belgio.
Ho avuto la fortuna di conoscere Jean - François Bergier nel lontano 1972, durante uno dei suoi soggiorni a Prato. Man mano che la nostra diventava un'amicizia sempre più grande e profonda, ne apprezzavo le doti non comuni come persona e come studioso. Il garbo, la signorilità, l'eleganza, il savoir faire e la verve erano, certo, un aspetto fondamentale della sua persona e creavano subito un senso di distensione e di simpatia. Con me c'erano, naturalmente, anche i comuni interessi scientifici e di ricerca sul campo: Ginevra, le sue fiere, i suoi operatori e i loro affari erano, in quegli anni, una parte importante delle nostre ricerche e del nostro percorso scientifico. Gli scambi di notizie, i colloqui frequenti, il dialogo e il confronto delle idee, nella nostra frequente corrispondenza epistolare, arricchivano enormemente e, credo, reciprocamente la nostra visione della storia e la stessa interpretazione dei fatti che stavamo indagando. E non c'è stato scritto, breve o ampio, che non ci siamo scambiati. Dei suoi lavori apprezzavo, oltre all'eleganza dello stile, i contenuti più diversi che spaziavano da un campo all'altro della storia, da quella economica e sociale, a quella culturale, delle idee e della mentalità, a questioni metodologiche e interpretative. Un vero historien à part entière, come la sua vicinanza intellettuale e metodologica alla scuola braudeliana, di cui egli stesso si dichiarava partecipe, a giusto titolo, faceva chiaramente trasparire.
Al di là del ricordo e dei sentimenti personali, Jean-François Bergier lascia nel mondo accademico un grande rimpianto per la sua figura di studioso attento, originale e acuto, dotato naturalmente di quell'esprit de finesse che ha trasfuso nelle sue opere maggiori, nei suoi molti saggi interpretativi e metodologici, nelle sue lezioni e conferenze e nella sua partecipazione a innumerevoli convegni con riflessioni sempre ricche di spunti, profonde e acute nello stesso tempo.
I suoi studi più ampi hanno approfondito oltre che l'analisi di Ginevra e delle sue fiere nell'economia europea e i caratteri generali della storia economica della Svizzera, la storia della banca e della finanza internazionale, della produzione e circolazione del sale, della figura e del significato di Guglielmo Tell, tra mito e realtà, nella storia elvetica, del mondo e della civiltà delle Alpi. Proprio tenendo presente il suo grande contributo scientifico alla storia alpina e più in generale della montagna, gli fu dedicata, nel 1996, una raccolta di studi in suo onore, il cui contenuto tematico rispecchiava tutta una serie di analisi sulla società e l'economia della montagna. E, in effetti, la storia delle Alpi sotto il profilo culturale, economico e sociale, l'aveva, da sempre, particolarmente interessato ed egli era, da tempo, l'animatore e il punto di riferimento costante per una serie di convegni e di incontri di studio su tale tematica.
Jean-François Bergier è stato legatissimo, fin dal suo primo nascere, all'Istituto internazionale di Storia economica "Francesco Datini", del quale ha preso parte attiva, da sempre, come membro del Comitato scientifico e della Giunta esecutiva, e ha proseguito ancora la sua intensa collaborazione all'Istituto e all'organizzazione delle sue Settimane di Studio fino al 2002, anno in cui è entrato a far parte, secondo la tradizione, del Comitato d'onore, ma continuando a essere presente e attivo fino all'ultima Settimana di Studio dello scorso aprile.
Insomma, il periodo più produttivo e maturo della sua vita di studioso si è svolto parallelamente alla nascita e alla storia ormai quarantennale dell'Istituto, del quale è stato tra i maggiori protagonisti. E, dunque, altresì per Prato e per l'Istituto Datini, la sua prematura scomparsa appare una perdita tanto più dolorosa.

Michele Cassandro
Registrato presso il Tribunale di Prato n. 138 del 25/11/88
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Ultimo aggiornamento: 19-11-2009
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